esse non esiste, esiste?
ABOUT THIS B*TCH

Esse Non Esiste in breve brevissimo

+12
gli anni di lavoro nel digital come Project Manager e Web Designer.
+5000
Il numero di progetti seguiti, tra influencer, brand, content creator, web design.
+8 eventi
I posti dove ho partecipato per chiacchierare della mia vita, di social e salute mentale.
+17 anni
Di terapia per imparare ad essere la miglior versione di me, più vera, più libera.

LA VITA PRIMA DEL BURNOUT

Il mio lavoro è stato spesso legato alla necessità di aiutare gli altri a splendere, dimenticandomi di trovare la mia fonte di luce. Ho iniziato a lavorare nel digital a sedici anni, quando ancora non era considerato un vero lavoro. Ho collaborato con centinaia di brand e persone straordinarie, vivendo avventure incredibili, tra YouTuber, conigliette di Playboy, cantanti ed artisti di ogni calibro.

Ho preso aerei a 18 anni per partecipare a convegni sulla legalità, raccolto pomodori in beni confiscati alla mafia e partecipato a manifestazioni. Nonostante tutto, mi sono sempre divertita nel mio lavoro. La mia vita è stata un'avventura tra viaggi, eventi e incontri, ma anche ricco di momenti bui come il ricovero per DCA e qualche tentativo di non essere più qui. Sono ancora qui, viva e pronta a raccontare la mia storia.

WORKAHOLIC

Poi la fase di innamoramento passa, ti spegni, ti rendi conto di quanto si il mondo del digital in Italia abbia ancora tanto potenziale, ma di quanto in alcuni casi i valori sono sbilanciati. E perdi te stessa. Ti lasci trasportare. Ti lasci vendere un sogno che non è tuo, una vita piena di cose, di impegni, che ti manda solo al manicomio. Perché la produttività tossica ti porta a perdere te stessa.

Io nella vita sono stata tante cose (qualcuno direbbe che sono stata solo una p*ttana su internet) ed ho capito solo da poco che il lavoro non mi avrebbe mai rappresentato davvero a pieno. Mai descritta davvero a pieno. Non perché sia successo qualcosa in particolare, ma semplicemente mi sono svegliata io. Tipo quei risvegli spirituali in cui vedi Gesù nel tuo salotto. Mi sono resa conto che non era compito del lavoro definire la mia identità. Poi ho letto dei libri e dei saggi sulla condizione del lavoro negli anni, nei secoli, nelle varie fasi del tempo e mi sono resa conto che la matrice era rimasta la stessa.
Non sempre pulita.

Ed ho iniziato a chiedermi perchè le persone avessero tutta questa necessità di lavorare di più per guadagnare di più, per stancarsi di più, per non vivere. Ho iniziato a pensare che forse c’era qualcosa di sbagliato nel mio non stare bene in una condizione che, oggettivamente, miliardi di persone vivono ogni giorno. Ho iniziato a pensare che non ci fosse una via d’uscita. Finché non ho trovato Gesù nel mio salotto: Il minimalismo!

A VOLTE HAI L’ONORE DI RINASCERE

Da ragazzina avevo un blog dove raccontavo la storia di J. che dopo essere stata investita si è risvegliata da un coma e la sua vita era completamente stravolta. Avevo 13 anni, un sacco di tempo libero e un sacco di fantasia. Ma già mi stavo ammalando e J. assomigliava sempre di più a me, solo che il mio risveglio dall’incubo non arrivava mai.

Al mio compleanno dei 28 anni ho pianto tutte le lacrime che avevo in corpo, non ho festeggiato se non con la mia famiglia di Milano, ed essendo stato l’ultimo compleanno con Nonno, sono felice di averlo fatto, ma non stavo proprio bene. Mi sentivo in trappola. Il lavoro non mi soddisfaceva, non ero felice con il mio corpo, mi sentivo come se tutti i valori della mia vita fossero sfumati, come se non fossi più io. Era come se avessi giocato a dadi con il diavolo e alla fine avesse vinto qualcun altro che mi odiava, perchè il diavolo sarebbe sicuramente stato più clemente.

Ho preso un cucchiaino e ho scavato. Ho buttato via tutto quello che non mi serviva, come quando ti scavi la tomba da solo e c’è un po’ di terra che avanza e non serve più. Che metafora accattivante!
Il Minimalismo mi ha aiutata a fare spazio per una cosa: fare ciò che volevo io, che amavo io, che sceglievo io, e con il tempo il Minimalismo è diventato Essenzialismo, sempre meno ed allo stesso tempo sempre di più.

LA PASSIONE MUOVE TUTTO

Per capire cosa volevo fare, dovevo trovare qualcosa che mi appassionasse davvero. La costante ricerca d'identità legata al disturbo borderline a volte uccide, ma ho capito che essere viva e scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo mi rendeva felice.

Non mollate mai i vostri sogni, non abbandonate mai voi stessi, vivete ragazzi, è l’unica cosa che possiamo fare.
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L'essenzialismo è ciò che fa per te, o non saresti qui, ma per scoprire di cosa si tratta ci vorrà ancora un po'!
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